Dietro il bancone o davanti al bancone: serviamo o veniamo serviti?

Parafrasando la massima di Totò ne ho coniato un’altra paragonando l’umanità divisa tra chi è al di qua del bancone con quella che sta al di là del bancone.

Il mio pensiero non riguarda una distinzione di genere o di stato sociale, ma piuttosto la predisposizione delle persone riguardo all’impegno per costruire un rapporto. In base all’impegno nascono rapporti più o meno sani.

“Siamo capaci di dare o solo di ricevere?” – Questa è una domanda che trova la risposta nel gesto del cliente di porgere il piatto dopo che ha mangiato oppure aspettare che il cameriere cerchi di raggiungere il piatto da solo.

Quante volte vedevo le ragazze sporgersi, contorcersi in modo innaturale per raggiungere certi piatti abbandonati in angoli del tavolo senza che qualcuno allungasse la mano non dico per alzare il piatto e passarlo ma neanche per spingerlo nella sua direzione.

“Siamo pronti a collaborare o solo a pretendere?” – Riguarda l’atteggiamento di generosità e altruismo necessario per costruire un rapporto solido, ponendo l’accento sulla volontà di dare senza aspettarsi solo di ricevere. Ricordo le numerose discussioni dove le pretese derivavano dalla fantomatica frase:” pago, quindi pretendo”.

“Lavoro guadagno pago pretendo” è la mitica frase del DOGUI

Quante volte l’ho sentita! La risposta sta nella misura in cui una persona capisce fino quando una richiesta fa parte di un servizio pagato oppure arriva oltre.

Un esempio? Più di una volta mi è stato chiesto un bicchiere d’acqua, “anche del rubinetto per carità!”, quindi si apre un ventaglio di possibilità enorme su come comportarsi. Tra il fare pagare o non fare pagare questo servizio, il risultato è sempre quello:” ma come, mi fa pagare un bicchiere d’acqua?”

“Siamo disposti ad aspettare o solo a far fretta?” – Sottolinea la disponibilità alla comprensione del tuo lavoro.

Ci sono diverse ragioni per cui alcune persone non sono disposte ad aspettare:

Impulsività e mancanza di pazienza: Alcune persone sono semplicemente impulsive e hanno difficoltà ad aspettare. Questo può essere dovuto a una serie di fattori, come l’ansia, lo stress o un basso livello di tolleranza alla frustrazione. In questi casi, le persone potrebbero non essere consapevoli del loro comportamento o non essere in grado di controllarlo.

Senso di urgenza: Altre persone potrebbero avere un vero senso di urgenza e non avere il tempo di aspettare. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che hanno un appuntamento importante, devono tornare al lavoro o hanno semplicemente fretta di tornare a casa. Questo è un caso dove la gentilezza della richiesta fa sì che sta dietro a un bancone è il primo ad accellerare il servizio.

Maleducazione e mancanza di rispetto: In alcuni casi, le persone potrebbero fare fretta al bar semplicemente perché sono maleducate o non hanno rispetto per gli altri clienti o per il personale. Perchè chi ha fretta rovina l’atmosfera a tutta la clientela e quindi sono degli egoisti.

Percezione di un servizio scadente: Se le persone percepiscono che il servizio è scadente, potrebbero essere più propense a fare fretta. In questi casi, è importante che il personale del bar cerchi di migliorare il servizio clienti e di risolvere eventuali problemi che potrebbero causare frustrazione ai clienti. Oppure il servizio non è all’altezza delle aspettative del cliente quindi non serve fare pressioni ma è meglio cambiare locale.

“Meritiamo rispetto o ci viene negato?” – Il tema del rispetto reciproco, chiedendosi se la divisione tra chi sta al di qua e al di là del bancone comporti una disparità di trattamento e di riconoscimento che comincia dal primo minuto dell’apertura e termina alla chiusura del locale.

“Siamo degni o indegni?” – Solleva un quesito morale sulla dignità umana, interrogandosi se la posizione lavorativa definisca il valore di una persona.

“Siamo persone o numeri?” – In risalto la potenziale disumanizzazione di chi lavora al di qua del bancone, ridotto a un mero numero o ingranaggio in un sistema.

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